Prima di morire

"Vi voglio bene. Siate forti. Grazie”. Sono queste le ultime parole scritte da Jaime Elizalde poco prima di morire in un penitenziario del Texas. Era il 31 gennaio 2006. Elizalde era uno dei 3.254 condannati a morte negli Stati Uniti. E come tanti altri ha voluto rendere pubblica la sua ultima testimonianza. “In Texas, prima dell’esecuzione, i condannati sono invitati a scrivere una lettera, che poi viene pubblicata nel sito del dipartimento di giustizia criminale”, raccontano Brendan D. Kelly e Sharon R. Foley, due psichiatri irlandesi che hanno raccolto cento di quelle testimonianze per provare a ricostruire la condizione psichica dei condannati. Tra i detenuti in attesa della pena capitale le malattie mentali e i disagi psichici sono frequenti: tra la sentenza e l’esecuzione possono passare anche vent’anni. In Texas ne trascorrono in media una decina. Kelly e Foley hanno rilevato che le testimonianze dei condannati e le lettere dei suicidi presentano temi e paure simili: sembra che lo stato mentale con cui si arriva alla fine della vita sia lo stesso, indipendentemente dalle circostanze.

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