L'asta delle targhe

Il palazzo al numero 108 di via Suzhou è in fermento: sta per cominciare l'asta delle targhe automobilistiche, e ventimila potenziali acquirenti sono pronti a sborsare qualsiasi somma. Una scena che si ripete più volte all'anno a Shanghai, l'unica città cinese che dal 1994 ha istituito l'asta delle targhe: il comune ne mette in palio qualche centinaio al mese e un veicolo non può circolare senza. Una misura efficace per affrontare il problema del traffico, esploso dal 1986, quando la prima automobile privata ha cominciato a circolare a Shanghai con la storica targa 0001. Nel 1999 le auto private nella metropoli erano diecimila; oggi sono circa un milione. Alcuni automobilisti più fortunati ottengono i prezzi migliori, come il signor Wang che si è aggiudicato una targa per 8.300 yuan (770 euro). Ma per la maggior parte è una lotta all'ultimo sangue: l'ultima asta del 2007 ha raggiunto più di cinquemila euro a targa, il prezzo di un'utilitaria. Le 400mila targhe assegnate tra il 2002 e il 2007 hanno fruttato un miliardo e mezzo di euro. "L'obiettivo è controllare il traffico o guadagnarci?", si chiede il settimanale Nanfeng Chuang. Se lo chiedono anche le autorità, decise a regolamentare un mercato che, alimentato dagli speculatori, continua a crescere del 7,9 per cento all'anno.

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