Censura on line

"Indirettamente questa legge vieta la libertà di espressione". Con questo giudizio laconico un famoso blogger indonesiano, Enda Nasution, ha commentato la nuova legge contro la diffamazione online. Dal 1 aprile chi usa una qualsiasi forma di comunicazione elettronica per diffamare, mentire, scrivere commenti razzisti, scommettere, ricattare, minacciare, distribuire o guardare materiale pornografico, può essere punito con un massimo di sei anni di prigione e una multa di un miliardo di rupie (circa 70mila euro)." Nel resto del mondo le comunità online possono autoregolamentarsi. E comunque, in paesi più sviluppati del nostro, la diffamazione è un problema civile, non penale", ha dichiarato il blogger Wicaksono. La nuova legge lascia perplessi anche alcuni politici. Abdullah Azwar Anas del Partito del risveglio nazionale ha chiesto al governo di precisare il significato delle parole "immorale" e "pornografia" citate nella legge, aggiungendo che "anche il nudo può essere considerato pornografia". Il direttore della commissione per la protezione del bambino, Seto Mulyadi, ha replicato: "La pornografia si esprime con immagini o notizie che provocano desiderio sessuale. Il che non include per forza il nudo".

Tha Jacarta Post

Nessun commento:

Posta un commento