Il giorno dei morti fu ufficialmente collocato alla data del 2 Novembre
nel X sec. d.c. circa, praticamente fondendosi con il 1 Novembre,
gia' festa di ognissanti dall'anno 853, per sovrapporsi alle piu'
antiche celebrazioni di quei giorni.
In tutta italia si possono ancora oggi ritrovare gesti e pratiche
tradizionali per la celebrazione di queste feste.
Qualche esempio ...
In alcune regioni, come il Piemonte, si soleva per
cena lasciare un posto in piu' a tavola, riservato ai defunti che
sarebbero tornati in visita.
In Val d'Ossola sembra esserci una particolarita'
in tal senso: dopo la cena, tutte le famiglie si recavano insieme
al cimitero, lasciando le case vuote in modo che i morti potessero
andare li' a ristorarsi in pace. Il ritorno alle case era poi annunciato
dal suono delle campane, perche' i defunti potessero ritirarsi senza
fastidio.
In Sardegna, dopo la visita al cimitero e la messa,
si tornava a casa a cenare, con la famiglia riunita. A fine pasto
pero' non si sparecchiava, lasciando tutto intatto per gli eventuali
defunti e spiriti che avrebbero potuto visitare la casa durante la
notte. Prima della cena, i bambini andavano in giro per il paese a
bussare alle porte, dicendo: <> e ricevendo
in cambio dolcetti, frutta secca e in rari casi, denaro.
In Calabria, nelle comunita' italo-albanesi, ci si
avviava praticamente in corteo verso i cimiteri: dopo benedizioni
e preghiere per entrare in contatto con i defunti, si approntavano
banchetti direttamente sulle tombe, invitando anche i visitatori a
partecipare.
In Puglia, la sera precedente il due novembre, si
usa ancora imbandire la tavola per la cena, con tutti gli accessori,
pane acqua e vino, apposta per i morti, che si crede tornino a visitare
i parenti, approfittanto del banchetto e fermandosi almeno sino a
natale o alla befana.
Nessun commento:
Posta un commento