Una pratica della fede costante può essere associata a una visione più
serena e consapevole della vita, con benevoli effetti a livello
psicologico: è l'analisi che emerge in uno studio pubblicato sul Journal of Religion and Health. Si tratta di
uno studio limitato che, come si sottolinea, ha preso in considerazione
un campione di donne di età compresa tra i 50 e i 79 anni di età e che,
pertanto, esclude altre classi di età più giovani, oltre agli uomini.
Una ricerca dunque parziale, ma che comunque dimostrerebbe che vi è una
correlazione, se non un nesso di causalità, tra partecipazione attiva
nelle varie comunità religiose e stili di vita improntati all'ottimismo.
Lo studio riguarda donne affiliate a varie religioni. "Abbiamo esaminato
le pratiche religiose di circa 100.000 donne - ha spiegato una docente
presso la clinica psicologica della Yeshiva University a New York,
Eliezer Schnall - e abbiamo scoperto che vi è un forte legame tra il
frequentare una chiesa, una sinagoga o altro luogo di culto e una
visione positiva della vita".
La partecipazione alle funzioni religiose e alle attività all'interno
delle comunità religiose può dunque indurre a maggiore serenità. In
particolare, dallo studio emerge che partecipare alle funzioni religiose
o ad altre attività comunitarie, con una certa regolarità, (più di una
volta alla settimana) conduce a una visione ottimistica della vita nel
56 per cento del campione di donne. Questo avrebbe poi anche benefici
effetti a livello psicologico: infatti, secondo lo studio, la
depressione e i suoi sintomi inciderebbero in misura minore tra coloro
che partecipano settimanalmente alle funzioni religiose e alle altre
attività.... continua sull'Osservatore Romano
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