La guerra nel carrello della spesa

Anche Pepsi, Apple, Krispy Kreme e altre aziende traggono profitto dall’Iraq

Lo scorso mese un'indagine sulle dichiarazioni di aperture finanziarie per il 2006 del Congresso, da parte dell’apartitico Center for Responsive Politics [Centro per una Politica Responsabile] ha scoperto che i legislatori hanno investito addirittura 196 milioni di dollari “ in aziende in affari col Dipartimento della difesa che hanno guadagnato milioni dall'inizio della guerra in Iraq”. Un articolo della Associated Press relativo a questo rapporto, però, offriva un avvertimento: “non tutte le aziende su cui hanno investito i legislatori sono tipici contractors della difesa. Aziende come PepsiCo, IBM, Microsoft e Johnson & Johnson hanno ad un dato momento ricevuto contratti legati alla difesa”. Ma la Associated Press si sbaglia. Il fatto è che aziende come PepsiCo, IBM, Microsoft e Johnson & Johnson sono, di fatto, tipici appaltatori della difesa. Suggerire che tali compagnie, e decine di migliaia come loro, ricevano contratti legati alla difesa solo nel momento peggiore e particolarmente aberrante è quanto meno ingannevole. Nel 1961 Dwight D. Eisenhower, nel suo famoso discorso d’addio come presidente, avvertì sulla “acquisizione di influenza incontrollata” da parte di quello che egli definì “il complesso militare-industriale” negli Stati Uniti. Oggi, però, la “grande industria delle armi” di Eisenhower e' solo una parte di una complessa equazione. Aziende civili come PepsiCo e IBM formano l'impalcatura di quello che potrebbe essere più accuratamente descritto come il “complesso militare-aziendale”. Queste aziende permettono al Pentagono di funzionare, di fare guerra e compiere occupazioni di paesi stranieri.

di NICK TURSE - - LA Times .....continua su Comedonchisciotte

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