Aveva fatto causa al marito, chiedendogli un miliardo di vecchie lire di
risarcimento per il tradimento subito. Prima il tribunale di Savona e
poi la corte di Appello di Genova, le avevano dato torto, sostenendo
che i danni «da corna» non sono di per sè risarcibili. Ma M.G., una
donna savonese, non si è data per vinta, ha continuato la sua
battaglia, e ieri la corte di Cassazione le ha dato ragione, con una
sentenza (la numero 18853 della prima sezione civile) destinata a
mettere in agitazione mariti (e anche mogli) infedeli: il coniuge
tradito platealmente e con modalità particolarmente offensive può
infatti chiedere di essere risarcito in un giudizio civile, al di fuori
e a prescindere dal procedimento di separazione e dall’addebito.
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